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lunedì 21 dicembre 2009

Lettera di dimissioni di Babbo Natale



Spett.li Entità Celesti,


con la presente il sottoscritto Santa Claus, meglio noto come Babbo Natale, rassegna le proprie dimissioni.


Sono vecchio e stanco, ho male alle ossa, le mie renne sono tutte azzoppate. Devo dire però che i motivi principali di questa decisione risiedono in un progressivo senso di sfiducia e depressione che mi ha preso negli ultimi decenni.


Insomma, all'inizio svolgevo il mio lavoro con entusiasmo, mi riempiva di soddisfazione portare regali ai bambini. Poi... be' poi 'sti bambini so' diventati un po' rompicoglioni, diciamo la verità! E tra playstation, consolle, computer, telefonini... e i genitori non sono peggio. Prima bastava un pacco ciascuno. Ora ne ricevono minimo tre o quattro, e da papà e mamma, e dagli zii, e dai nonni. Avete idea di quanto mi si è moltiplicato il lavoro? Decine di regali che il giorno dopo sono dimenticati, e 'sti succhiasangue che già aspettano il prossimo Natale per il gadget tecnologico più recente.


Tutto ciò mi comporta un surplus di lavoro terribile, e giro sempre gli stessi posti, poi. Ho a malapena il tempo di andare, che so, in Africa, dove fa più caldo e starei con maggior piacere. Lì sto pochissimo, al massimo consegno qualche giocattolo di legno... e poi di corsa nei paesi ricchi a regalare dieci volte tanto a un solo bambino. Ecco, visto che ci sono comunicate anche le mie formali proteste al servizio distribuzione ricchezza, qualcosa dev'essere andato storto.


Ah, non parliamo poi del traffico! Meno male che ho la slitta volante, sì, ma questo non mi impedisce di intristirmi, vedendo il casino per le strade. Gente che fa code chilometriche prima in macchina e poi in fila a 'sti centri commerciali (a proposito Eminenze, ma chi cazzo l'ha inventati?). Tutti nervosi, suonano, urlano, si azzuffano. E lo spirito del Natale dov'è finito? Io ci campavo di queste cose, capirete il mio disappunto.


I tetti sono pieni di antenne, mi spiegate dove parcheggio la slitta?


Sono molto demotivato, questa è la verità. E il rispetto, cavolo! No dico, vi rendete conto che c'è chi crede che mi ha inventato la Coca Cola? È oltraggioso!


Pertanto vogliate accettare la mia decisione irrevocabile. Tanto oltretutto ho visto che ormai in TV c'è la fila di gente che mi impersona, tra calciatori, attori e gente di spettacolo.


Non avete più bisogno di me.


Penso che mi prenderò una meritata vacanza in qualche isola tropicale.


Cordialmente Vostro,


Babbo Natale

giovedì 19 novembre 2009

Schegge di futuro - 3


Semaforo pedonale

Bastardi! Hanno abbassato di altri cinque secondi! La signora Adelfi non ce l'ha fatta. Poverina, a ottant'anni era condannata nel momento in cui ha cominciato ad attraversare.
È strano, sento un residuo di senso di colpa. C'è una flebile vocina dentro che dice potevi aiutarla!
Stronzate.
Magari facevo la fine di Enrico. Quel ragazzetto ieri c'è rimasto, per aiutare una bimba che aveva inciampato.
Fatti gli affari tuoi e campi cent'anni, lo dico sempre, io.
Vabbè ormai sono a casa, ecco il portone. Anche per questa settimana con la spesa siamo a posto.

Ma cazzo! Hanno fatto fuori anche la nuova guardia! Stizzito, scavalco il corpo e citofono.
- Sì?
- Sono io.
- Parola d'ordine.
- "Il ciuccio non si dà ai cavalli."
- Mmm... guarda che è quella della settimana scorsa.
- Ah cazzo, è vero. Aspetta... ah sì. "La perla verde rimbalza sulla Luna."
- Va bene, entra tesoro.

Giulia apre la porta. Un bacio sulla guancia e mi aiuta a portare dentro i sacchi.
Esamina con occhio critico il giubbetto antiproiettile.
- È andata bene, stavolta.
- Sì, solo due ammaccature. - Sospiro mentre mi libero del fardello. - Sai, dovremo cercarci una nuova guardia condominiale.
Giulia sbuffa.
- Di nuovo? Altre spese, come non ne avessimo già abbastanza.
- Sì - annuisco sconsolato. - Ma stavolta la voglio della SecurItaly. Ho sentito mia sorella ieri. Dice che da loro ci sono state solo tre rapine, da quando stanno con la SecurItaly.
- Solo tre? Devono essere davvero bravi.
- Sì, infatti. Dai, aiutami a sistemare la roba.
- Ok. - Giulia digita la combinazione e il frigo si apre. - Che dice Alfredo?
- Mah, le solite cose. Ti saluta. La carne l'ha aumentata, comunque.
- Ancora? Ma non è possibile!
- Eh, mi sono lamentato. Lui dice che dipende dallo sciopero dei trasportatori. Vogliono i mezzi corazzati come da standard europeo.
- Be' non hanno tutti i torti.
- Certo che no. Vaglielo a dire al Cancelliere Supremo. L'Italia è sempre ultima, come al solito.
- E alla fine ci rimettiamo noi. - Giulia scuote la testa. - Ehi, ma quanta pasta hai preso?
- C'era un'offerta. Ne ho approfittato. Così basterà per una decina di giorni.
- Bravo il mio tesorino!
Giulia mi dà un bacio, poi si ritrae di colpo.
- Che c'è?
- Ma ti sei visto le scarpe? Sei ferito? fammi vedere.
- Ah cavolo. No, tranquilla. Dev'essere uno schizzo dell'Adelfi. Non ce l'ha fatta.
- Oh davvero? Poverina. Certo, prima o poi doveva succedere.
- Sì, è un peccato.
Si sente un trambusto da fuori. Ci affacciamo distrattamente. C'è una squadra della ISWAT che sta portando via tre persone. Uno tenta di scappare e viene ucciso. Solite cose, torniamo a sistemare le provviste.

- Insomma - riprendo il racconto - non ti dico il casino. Dopo che hanno investito l'Adelfi mi sono fermato un pochino a guardare. Quello che l'ha presa non è riuscito a ripartire subito. Allora il tizio dietro l'ha tamponato. È sceso con un bastone urlandogli di tutto. Tutti incazzati che suonavano.
- E com'è finita?
- Ma niente. Alla fine il tipo è riuscito a rimettere in moto ed è ripartito. Ma se l'è vista brutta. Quell'altro aveva già cominciato a battere col bastone sulla macchina. Ma era una Bravo Urban Warrior, fortuna sua.
- Bella macchina - fa Giulia.
- Ah, hanno abbassato il verde di altri cinque secondi.
- Bastardi!
- Sì, è quello che ho detto anch'io.
Giulia si stiracchia.
- Ecco fatto. Tutto sistemato. Un momento...
- Sì?
- E le uova?
Resto in silenzio, i pensieri ghiacciati.
- Tesoro, le uova! Ester mi piange tutto il giorno se non gli faccio lo zabaione!
- Ok, ok... ho capito.
- Davvero? Sei sicuro?
- Si sì, dai. Non c'è problema.
Mi rimetto il giubbetto e mi avvicino alla porta. Giulia mi ferma.
- Guarda, se non te la senti... farò in qualche altro modo con Ester.
Faccio spallucce.
- Ma no, dai. In fondo si tratta solo di attraversare la strada...

sabato 7 novembre 2009

Solo un sogno



Ho fatto un sogno.

Armonia. Ovunque era gioia e pace. Perché tutti gli uomini e donne avevano qualcuno da amare.

No, non qualcuno. La persona perfetta per loro. Ci doveva essere stato un incredibile evento cosmico che aveva fatto sì che ognuno trovasse la propria anima gemella. Non c'erano più tradimenti, nessuna falsità. Tutti potevano essere se stessi, senza indossare una maschera.

Ovviamente non c'erano più guerre. Non potevano esistere senza odio e avidità.

Non v'erano più città. La gente aveva capito che coprire la Natura col cemento portava disarmonia e infelicità.

Non si temeva più l'Inverno. Alla neve e al freddo si contrapponeva il calore del cuore. D'Inverno ci si scaldava insieme. In Primavera si correva insieme nei prati. D'Estate si faceva il bagno in laghi cristallini, sotto un cielo limpido dove non volava alcun aereo.

Le persone non si chiedevano più quale fosse lo scopo della propria esistenza. Era così bella che era chiaro che il senso della Vita era semplicemente di essere vissuta.

Nessuno viveva per lavorare, si lavorava solo per vivere. Di ogni occupazione era evidente l'utilità. Si coltivava e si allevava per mangiare. L'acqua era quella dei ruscelli e della pioggia. Non si comprava in bottiglia.

Non esistevano banche, ministeri, contabilità. Non ce n'era bisogno.
Non esisteva neanche la criminalità. Non poteva esistere, se ogni persona era amata.

Allora ci si dedicava alle Arti. Dipingere, scrivere, suonare, cantare. Mai si era vista una tale esplosione di creatività.

La gente aveva riscoperto il gioco. Non si smetteva più da piccoli, ma si continuava anche da adulti. Non c'era né il lavoro né il cinismo a far dimenticare la voglia di divertirsi.

Era così meraviglioso che qualcuno pensò che fosse solo un sogno.
Anche io lo pensai.
Ma mi guardai bene dallo svegliarmi.

E voi che leggete, forse sorriderete. Penserete che sono solo banalità. Romanticherie. Che dovrei uscire e tornare alla realtà.
Padroni di farlo, ma Attenzione. Perdere la capacità di sognare è il primo sintomo del diventare vecchi. Diventarli dentro. O, forse, il segno che c'è poco Amore nella vostra vita.
O, peggio, tutti e due.

Ogni tanto, chiudete gli occhi.

Io continuerò a sognare.

Ancora un po'...

sabato 22 agosto 2009

Domenica d'agosto


Nel silenzio di vie deserte

a volte si ode solerte

il suono di un'altra era

e ricordi com'era

quando la campana suonava

e un cane ululava

nella notte senza luna

in cerca di carezze

in cerca di fortuna


Tutto tace, il sole è padrone

di vite sospese

nella disperazione

All'ombra di una pensilina

un vecchio aspetta

qualcosa che mai si avvicina

Strade liberate

dalla tirannia dell'uomo

sono più belle, quasi disegnate

quasi un dono


Nel vuoto, perso

nella città abbandonata

c'è ricchezza nel verso

di un uccello, e il fiume

che sussurra di una vita passata

E vivi un'altra epoca

di silenzi e serenità

i profumi sono lievi, il tono sommesso

e finalmente, con solennità

trovi te stesso

mercoledì 29 luglio 2009

Divergenze


- Pronto?

- Ciao, usciamo?

- Son quarantacinque gradi.

- Andiamo al mare.

- All'ombra.

- No, dicevo, andiamo al mare.

- Quarantacinque gradi all'ombra.

- Vabbè ci buttiamo in acqua.

- Non sono fesso, non voglio esser lesso.

- Cosa sei, un poeta?

- Andiamo in Norvegia?

- Lì non fanno gli spaghetti.

- Però è fresco.

- Boh...

- Come boh?

- Boh, che ne so, che si fa in Norvegia?

- La si visita. C'è il mare pure lì sai? Ed è fresco. Bei paesaggi...

- Sì, ma che si fa? Ci sono discoteche?

- Se cerchi discoteche e spaghetti vai a Rimini.

- Andiamo lì?

- In Norvegia?

- No. A Rimini. Allora andiamo?

(clic)

martedì 14 luglio 2009

Internet libera


Contro il bavaglio all'informazione libera, contro la legge fascista, criminale del ministro Alfano. Contro la norma del "diritto di rettifica entro 48 ore". Contro le leggi fatte da criminali, ossimoro inaccettabile.

mercoledì 24 giugno 2009

Mignottopoli


Cantami o Diva l'ira funesta
del Popolo Italico l'ora s'è desta?

Iniziammo da Tangentopoli la vergogna
almeno lì ci fu chi andò alla gogna

Passarono anni e vedemmo Appaltopoli
Ma mica è finita, venne Calciopoli

Or a chi governa questo tristo stivale
la corruzione non fu fatale

nulle potean giudici e condanne
perché con ad personam evitò magagne

nemmen conflitto di interessi
poté svegliare dell'Italia i fessi

condannati e mafiosi in Parlamento
non ottennero maggior sgomento

vuoi veder che a farlo infin cascare
sian quattro puttane di malaffare?

Vuoi veder che il risveglio dei popoli
sia dovuto al fine a Mignottopoli?


martedì 26 maggio 2009

Vorrei


Vorrei parlare di calcio, di donne, di moda, di tette, culi, Grande Fratello, della "maggica" Roma, di macchine e di telefonini.


Sarei davvero "in", sarei brillante, sarei parte della società, avrei donne e amici intorno a me, farei una vita spensierata e gioiosa, attiva, non mi porrei dubbi, almeno finché la TV e il cellulare funzionano.


Ma tutto sommato preferisco avere un cervello.

sabato 9 maggio 2009

Schegge di futuro - 2


Bambino OGM


- Quest'anno va molto di moda l'ambra, per esempio.

- Mah, non saprei, queste tendenze passeggere... vorrei qualcosa di più originale. Tu che dici, amore?

- Cara, io sono un po' all'antica, lo sai. A me è sempre piaciuto l'azzurro. Dottore, ma in caso non ci piacesse si può cambiare in seguito?

- Beh, si può fare, certo. Però la spesa è significativa, e il risultato non sempre è garantito. Il colore degli occhi è sempre meglio deciderlo all'inizio, la modifica genetica successiva è complicata. È solo un consiglio, chiaramente.

- Oh Dio, sono proprio indecisa.

- Signora, non abbia fretta. Io posso suggerirle magari di indicare intanto l'aspetto generale. Ecco, corporatura, tratti somatici, capigliatura. Quando vi sarete fatti un'idea precisa, vedrete che il colore degli occhi vi verrà naturale. Ci sono ancora tante cose da decidere.

- Sì, ma è così complicato!

- Senti cara, il dottore ha ragione. Facciamo con calma, senza fretta.

- Va bene tesoro, va bene. Dottore ma... e se poi non fossimo soddisfatti?

- Mah, guardi. Se non avete problemi economici ne potete sempre ordinare due o tre varianti. Poi si tiene il preferito e gli altri, dopo opportuna cancellazione della memoria, vengono dati in adozione agli abitanti del terzo livello. È perfettamente normale, capita anzi piuttosto spesso. Molte coppie benestanti hanno richiesto diversi esemplari, per essere sicure di ottenere il risultato migliore. È un bene anche per quelli del terzo livello, che non possono permettersi la programmazione genetica embrionale.

- Allora mi sento più tranquilla. Sì, mi ha convinto. Ma proprio non saprei da che parte cominciare.

- Vede, di solito si parte da un modello, un riferimento, tipo un attore, un cantante.

- Ah ecco, a me piace tanto... come si chiama, quello del film su Venezia che affonda...

- Ma chi cara, Michael Shynder?

- Sì sì, lui.

- Non saprei. Te l'ho detto, sono un po' all'antica, a me vengono in mente quelli del passato. Te lo ricordi Brad Pitt?

martedì 5 maggio 2009

Chuck Norris e l'Informatica - VI


Chuck Norris ha aperto un account su Facebook. Non avendo trovato l'opzione "Aggiungi ai Nemici" l'ha richiuso subito.

venerdì 24 aprile 2009

La notte


Viene la notte

la notte scura

la notte inquieta

che fa un po' paura


Viene la notte

la notte sincera

si porta via tutto

nell'anima nera


Speranze, delusioni

gioie, dolori

nel nero di notte

via tutti i colori


Viene la notte

la notte silente

negli angoli oscuri

della tua mente


Dormi nascosto

dentro il tuo letto

la notte incombe

sopra il tuo tetto

giovedì 23 aprile 2009

Schegge di futuro - 1


L'arena degli infami


- Ma lei non crede che questo significhi un ritorno... diciamo un ritorno alla barbarie?


- Sta scherzando! Il programma deve ancora cominciare e già "CanalReal" ha più che raddoppiato i suoi iscritti, a soli tre giorni dall'annuncio. Abbiamo milioni di abbonati!


- Be', è indubbio che questo significhi interessamento del pubblico. Ma quanto all'aspetto morale, ecco, ci sono forti voci di protesta. C'è chi dice che "L'arena degli infami" butti al vento tutti i diritti dei detenuti.


- Vede, ogni volta che c'è una grande innovazione, ci sono sempre proteste. Soprattutto da gente retrograda, che rimane legata alle vecchie ideologie. Gente che non ha capito che il mondo è cambiato. L'era dei diritti a tutti i costi è finita. Un colpevole è colpevole. E poi ci sono indubbi vantaggi.


- A questo proposito, potrebbe spiegare meglio questo punto? Sono convinto che molti telespettatori ignorino alcuni aspetti della cosa.


- Certamente. È molto semplice. Prima di tutto, i costi di mantenimento delle carceri e dei detenuti stessi. Un costo che grava sul bilancio statale, e dal quale non si ottiene nulla in cambio. Ecco, lo spettacolo, per la sua natura, col semplice fatto che, come già abbiamo spiegato, prevede un solo vincitore finale tra i dieci... insomma è chiaro no? Un detenuto vincitore, l'unico rimasto, che oltretutto, tornato in carcere, potrà godere addirittura di qualche vantaggio, come la televisione. Uno solo da mantenere, invece di dieci! Chiaro, no?


- Questo svolgersi così cruento però, ecco, solleva proprio le maggiori proteste. Insomma, semplificando, diciamo che è una sorta di spettacolo di gladiatori moderno. Con tanto di armi e scenografie che ricordano quelli dell'antichità.


- Certo, sì sì, ma vede, lei deve considerare anche che tutti gli introiti del programma vanno direttamente nelle casse dello Stato. È chiaro che deve esserci anche una certa spettacolarità, un certo stile, per attirare il pubblico. Mi dispiace per quegli ottusi retrogradi che parlano di diritti, però... pensateci bene. La gente ha voglia di giustizia. Noi offriamo uno spettacolo in diretta dove gli spettatori possono vedere la giusta punizione per assassini, stupratori, ladri, dissidenti. Insomma tutta la feccia che infesta il Paese. E in più lo Stato, e quindi tutti i cittadini, ci guadagnano. Gli introiti dagli sponsor diventeranno immediata liquidità per abbassare il debito, diminuire le tasse, eccetera.


- Certo, visto in quest'ottica tutto assume un altro aspetto.


- Ovviamente, ovviamente. Sono convinto che anche i più scettici si ricrederanno, dopo che benzina e sigarette caleranno almeno del dieci per cento! Lei che ne dice? Ah ah!


- Eh, in effetti anche io sono un grande fumatore! Bene Direttore, la ringraziamo, anche per la sua simpatia e, a questo punto, aspettiamo con ansia la prima puntata de "L'arena degli infami"!


- Martedì prossimo, non dimenticate! Arrivederci!

mercoledì 22 aprile 2009

Possibilità

Possibilità. Infinite. Immense. Sconfinate. Sono lì a portata di mano. Solo che passano velocissime. Ne vedi passare una che ti interessa, allunghi la mano per prenderla, ma poi... poi ti distrai, vedi qualcos'altro, allora allunghi l'altra mano verso il nuovo obiettivo.

E così via, e così via, se ti vedessero da fuori sembreresti uno che annaspa, suda, corre, agita le braccia immerso in un turbine di mondi infiniti di probabilità, correnti cosmiche multicolori che ti scorrono sopra, avvolgendoti in un delirio psichedelico che stordisce.

Possibilità. Innumerevoli. Ma se vai appresso a tutte non ne coglierai mai nessuna.

giovedì 9 aprile 2009

Quello che voglio ricordare


Quello che voglio ricordare della tragedia in Abruzzo non è la distruzione. Non sono gli sciacalli. Non sono i morti. Non sono i giornalisti idioti. Non sono i politici opportunisti. E non voglio nemmeno pensare ai soldi che ora lo Stato si affretta a stanziare e chissà quanto ci mangeranno sopra.

Quello che voglio ricordare è una madre che perde la vita per salvare la figlia, riparandola con il suo corpo. Voglio ricordare tutti i volontari e le persone delle forze dell'ordine e della Protezione Civile che fanno qualcosa di concreto. Voglio ricordare la solidarietà e l'eroismo, quelli veri, che uniscono le persone, e peccato che sia necessaria una tale tragedia per vederli.

Come in una guerra, eventi del genere tirano fuori il meglio e il peggio dalle persone. Voglio ricordare solo il meglio. Spero di riuscirci. Voglio ricordare la speranza, la forza di chi nonostante tutto andrà avanti. Di una madre che, nella disperazione, ha la forza di regalare un sorriso alla sua bambina. Voglio ricordare immagini come questa. (http://www.boston.com/bigpicture/2009/04/the_laquila_earthquake.html#photo6 - Reuters/Giampiero Sposito)