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giovedì 19 novembre 2009

Schegge di futuro - 3


Semaforo pedonale

Bastardi! Hanno abbassato di altri cinque secondi! La signora Adelfi non ce l'ha fatta. Poverina, a ottant'anni era condannata nel momento in cui ha cominciato ad attraversare.
È strano, sento un residuo di senso di colpa. C'è una flebile vocina dentro che dice potevi aiutarla!
Stronzate.
Magari facevo la fine di Enrico. Quel ragazzetto ieri c'è rimasto, per aiutare una bimba che aveva inciampato.
Fatti gli affari tuoi e campi cent'anni, lo dico sempre, io.
Vabbè ormai sono a casa, ecco il portone. Anche per questa settimana con la spesa siamo a posto.

Ma cazzo! Hanno fatto fuori anche la nuova guardia! Stizzito, scavalco il corpo e citofono.
- Sì?
- Sono io.
- Parola d'ordine.
- "Il ciuccio non si dà ai cavalli."
- Mmm... guarda che è quella della settimana scorsa.
- Ah cazzo, è vero. Aspetta... ah sì. "La perla verde rimbalza sulla Luna."
- Va bene, entra tesoro.

Giulia apre la porta. Un bacio sulla guancia e mi aiuta a portare dentro i sacchi.
Esamina con occhio critico il giubbetto antiproiettile.
- È andata bene, stavolta.
- Sì, solo due ammaccature. - Sospiro mentre mi libero del fardello. - Sai, dovremo cercarci una nuova guardia condominiale.
Giulia sbuffa.
- Di nuovo? Altre spese, come non ne avessimo già abbastanza.
- Sì - annuisco sconsolato. - Ma stavolta la voglio della SecurItaly. Ho sentito mia sorella ieri. Dice che da loro ci sono state solo tre rapine, da quando stanno con la SecurItaly.
- Solo tre? Devono essere davvero bravi.
- Sì, infatti. Dai, aiutami a sistemare la roba.
- Ok. - Giulia digita la combinazione e il frigo si apre. - Che dice Alfredo?
- Mah, le solite cose. Ti saluta. La carne l'ha aumentata, comunque.
- Ancora? Ma non è possibile!
- Eh, mi sono lamentato. Lui dice che dipende dallo sciopero dei trasportatori. Vogliono i mezzi corazzati come da standard europeo.
- Be' non hanno tutti i torti.
- Certo che no. Vaglielo a dire al Cancelliere Supremo. L'Italia è sempre ultima, come al solito.
- E alla fine ci rimettiamo noi. - Giulia scuote la testa. - Ehi, ma quanta pasta hai preso?
- C'era un'offerta. Ne ho approfittato. Così basterà per una decina di giorni.
- Bravo il mio tesorino!
Giulia mi dà un bacio, poi si ritrae di colpo.
- Che c'è?
- Ma ti sei visto le scarpe? Sei ferito? fammi vedere.
- Ah cavolo. No, tranquilla. Dev'essere uno schizzo dell'Adelfi. Non ce l'ha fatta.
- Oh davvero? Poverina. Certo, prima o poi doveva succedere.
- Sì, è un peccato.
Si sente un trambusto da fuori. Ci affacciamo distrattamente. C'è una squadra della ISWAT che sta portando via tre persone. Uno tenta di scappare e viene ucciso. Solite cose, torniamo a sistemare le provviste.

- Insomma - riprendo il racconto - non ti dico il casino. Dopo che hanno investito l'Adelfi mi sono fermato un pochino a guardare. Quello che l'ha presa non è riuscito a ripartire subito. Allora il tizio dietro l'ha tamponato. È sceso con un bastone urlandogli di tutto. Tutti incazzati che suonavano.
- E com'è finita?
- Ma niente. Alla fine il tipo è riuscito a rimettere in moto ed è ripartito. Ma se l'è vista brutta. Quell'altro aveva già cominciato a battere col bastone sulla macchina. Ma era una Bravo Urban Warrior, fortuna sua.
- Bella macchina - fa Giulia.
- Ah, hanno abbassato il verde di altri cinque secondi.
- Bastardi!
- Sì, è quello che ho detto anch'io.
Giulia si stiracchia.
- Ecco fatto. Tutto sistemato. Un momento...
- Sì?
- E le uova?
Resto in silenzio, i pensieri ghiacciati.
- Tesoro, le uova! Ester mi piange tutto il giorno se non gli faccio lo zabaione!
- Ok, ok... ho capito.
- Davvero? Sei sicuro?
- Si sì, dai. Non c'è problema.
Mi rimetto il giubbetto e mi avvicino alla porta. Giulia mi ferma.
- Guarda, se non te la senti... farò in qualche altro modo con Ester.
Faccio spallucce.
- Ma no, dai. In fondo si tratta solo di attraversare la strada...

sabato 7 novembre 2009

Solo un sogno



Ho fatto un sogno.

Armonia. Ovunque era gioia e pace. Perché tutti gli uomini e donne avevano qualcuno da amare.

No, non qualcuno. La persona perfetta per loro. Ci doveva essere stato un incredibile evento cosmico che aveva fatto sì che ognuno trovasse la propria anima gemella. Non c'erano più tradimenti, nessuna falsità. Tutti potevano essere se stessi, senza indossare una maschera.

Ovviamente non c'erano più guerre. Non potevano esistere senza odio e avidità.

Non v'erano più città. La gente aveva capito che coprire la Natura col cemento portava disarmonia e infelicità.

Non si temeva più l'Inverno. Alla neve e al freddo si contrapponeva il calore del cuore. D'Inverno ci si scaldava insieme. In Primavera si correva insieme nei prati. D'Estate si faceva il bagno in laghi cristallini, sotto un cielo limpido dove non volava alcun aereo.

Le persone non si chiedevano più quale fosse lo scopo della propria esistenza. Era così bella che era chiaro che il senso della Vita era semplicemente di essere vissuta.

Nessuno viveva per lavorare, si lavorava solo per vivere. Di ogni occupazione era evidente l'utilità. Si coltivava e si allevava per mangiare. L'acqua era quella dei ruscelli e della pioggia. Non si comprava in bottiglia.

Non esistevano banche, ministeri, contabilità. Non ce n'era bisogno.
Non esisteva neanche la criminalità. Non poteva esistere, se ogni persona era amata.

Allora ci si dedicava alle Arti. Dipingere, scrivere, suonare, cantare. Mai si era vista una tale esplosione di creatività.

La gente aveva riscoperto il gioco. Non si smetteva più da piccoli, ma si continuava anche da adulti. Non c'era né il lavoro né il cinismo a far dimenticare la voglia di divertirsi.

Era così meraviglioso che qualcuno pensò che fosse solo un sogno.
Anche io lo pensai.
Ma mi guardai bene dallo svegliarmi.

E voi che leggete, forse sorriderete. Penserete che sono solo banalità. Romanticherie. Che dovrei uscire e tornare alla realtà.
Padroni di farlo, ma Attenzione. Perdere la capacità di sognare è il primo sintomo del diventare vecchi. Diventarli dentro. O, forse, il segno che c'è poco Amore nella vostra vita.
O, peggio, tutti e due.

Ogni tanto, chiudete gli occhi.

Io continuerò a sognare.

Ancora un po'...