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venerdì 24 aprile 2009

La notte


Viene la notte

la notte scura

la notte inquieta

che fa un po' paura


Viene la notte

la notte sincera

si porta via tutto

nell'anima nera


Speranze, delusioni

gioie, dolori

nel nero di notte

via tutti i colori


Viene la notte

la notte silente

negli angoli oscuri

della tua mente


Dormi nascosto

dentro il tuo letto

la notte incombe

sopra il tuo tetto

giovedì 23 aprile 2009

Schegge di futuro - 1


L'arena degli infami


- Ma lei non crede che questo significhi un ritorno... diciamo un ritorno alla barbarie?


- Sta scherzando! Il programma deve ancora cominciare e già "CanalReal" ha più che raddoppiato i suoi iscritti, a soli tre giorni dall'annuncio. Abbiamo milioni di abbonati!


- Be', è indubbio che questo significhi interessamento del pubblico. Ma quanto all'aspetto morale, ecco, ci sono forti voci di protesta. C'è chi dice che "L'arena degli infami" butti al vento tutti i diritti dei detenuti.


- Vede, ogni volta che c'è una grande innovazione, ci sono sempre proteste. Soprattutto da gente retrograda, che rimane legata alle vecchie ideologie. Gente che non ha capito che il mondo è cambiato. L'era dei diritti a tutti i costi è finita. Un colpevole è colpevole. E poi ci sono indubbi vantaggi.


- A questo proposito, potrebbe spiegare meglio questo punto? Sono convinto che molti telespettatori ignorino alcuni aspetti della cosa.


- Certamente. È molto semplice. Prima di tutto, i costi di mantenimento delle carceri e dei detenuti stessi. Un costo che grava sul bilancio statale, e dal quale non si ottiene nulla in cambio. Ecco, lo spettacolo, per la sua natura, col semplice fatto che, come già abbiamo spiegato, prevede un solo vincitore finale tra i dieci... insomma è chiaro no? Un detenuto vincitore, l'unico rimasto, che oltretutto, tornato in carcere, potrà godere addirittura di qualche vantaggio, come la televisione. Uno solo da mantenere, invece di dieci! Chiaro, no?


- Questo svolgersi così cruento però, ecco, solleva proprio le maggiori proteste. Insomma, semplificando, diciamo che è una sorta di spettacolo di gladiatori moderno. Con tanto di armi e scenografie che ricordano quelli dell'antichità.


- Certo, sì sì, ma vede, lei deve considerare anche che tutti gli introiti del programma vanno direttamente nelle casse dello Stato. È chiaro che deve esserci anche una certa spettacolarità, un certo stile, per attirare il pubblico. Mi dispiace per quegli ottusi retrogradi che parlano di diritti, però... pensateci bene. La gente ha voglia di giustizia. Noi offriamo uno spettacolo in diretta dove gli spettatori possono vedere la giusta punizione per assassini, stupratori, ladri, dissidenti. Insomma tutta la feccia che infesta il Paese. E in più lo Stato, e quindi tutti i cittadini, ci guadagnano. Gli introiti dagli sponsor diventeranno immediata liquidità per abbassare il debito, diminuire le tasse, eccetera.


- Certo, visto in quest'ottica tutto assume un altro aspetto.


- Ovviamente, ovviamente. Sono convinto che anche i più scettici si ricrederanno, dopo che benzina e sigarette caleranno almeno del dieci per cento! Lei che ne dice? Ah ah!


- Eh, in effetti anche io sono un grande fumatore! Bene Direttore, la ringraziamo, anche per la sua simpatia e, a questo punto, aspettiamo con ansia la prima puntata de "L'arena degli infami"!


- Martedì prossimo, non dimenticate! Arrivederci!

mercoledì 22 aprile 2009

Possibilità

Possibilità. Infinite. Immense. Sconfinate. Sono lì a portata di mano. Solo che passano velocissime. Ne vedi passare una che ti interessa, allunghi la mano per prenderla, ma poi... poi ti distrai, vedi qualcos'altro, allora allunghi l'altra mano verso il nuovo obiettivo.

E così via, e così via, se ti vedessero da fuori sembreresti uno che annaspa, suda, corre, agita le braccia immerso in un turbine di mondi infiniti di probabilità, correnti cosmiche multicolori che ti scorrono sopra, avvolgendoti in un delirio psichedelico che stordisce.

Possibilità. Innumerevoli. Ma se vai appresso a tutte non ne coglierai mai nessuna.

giovedì 9 aprile 2009

Quello che voglio ricordare


Quello che voglio ricordare della tragedia in Abruzzo non è la distruzione. Non sono gli sciacalli. Non sono i morti. Non sono i giornalisti idioti. Non sono i politici opportunisti. E non voglio nemmeno pensare ai soldi che ora lo Stato si affretta a stanziare e chissà quanto ci mangeranno sopra.

Quello che voglio ricordare è una madre che perde la vita per salvare la figlia, riparandola con il suo corpo. Voglio ricordare tutti i volontari e le persone delle forze dell'ordine e della Protezione Civile che fanno qualcosa di concreto. Voglio ricordare la solidarietà e l'eroismo, quelli veri, che uniscono le persone, e peccato che sia necessaria una tale tragedia per vederli.

Come in una guerra, eventi del genere tirano fuori il meglio e il peggio dalle persone. Voglio ricordare solo il meglio. Spero di riuscirci. Voglio ricordare la speranza, la forza di chi nonostante tutto andrà avanti. Di una madre che, nella disperazione, ha la forza di regalare un sorriso alla sua bambina. Voglio ricordare immagini come questa. (http://www.boston.com/bigpicture/2009/04/the_laquila_earthquake.html#photo6 - Reuters/Giampiero Sposito)